lagallinacocca |
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| Lettera presa dal Corriere della Sera, sezione Italians.In Italia le donne sono discriminateCari Italians, questa è la prima volta che scrivo su questo forum, che seguo da quando ho iniziato la mia avventura all'Università del Maryland, nell'agglomerato di Washington (Beppe, ti ho salutato la 34th street...). Vorrei farvi parte dell'ennesimo imbarazzo che ho provato quando un mio amico francese mi ha mandato un articolo pubblicato qualche giorno fa su "Le Monde" che riguardava la parità uomo-donna in Italia. Sintetizzando, la donna sarebbe ancora percepita in Italia come un oggetto sessuale (soprattutto nei media), vi sarebbe una discriminazione nel mondo del lavoro (salario della donna 35% inferiore a quello di un uomo, in media) e della politica (la percentuale di donne in parlamento è pari a quella in Marocco... mettendoci al settantanovesimo posto della classifica mondiale), l'Italia presenterebbe, dulcis in fundo, un tasso di occupazione di gran lunga inferiore alla media dell'Unione Europea. Ho usato il condizionale perché ho letto l'articolo con questo spirito "i soliti francesi, sempre a parlare male degli altri, esagerando". Avrei voluto contestare l'articolo, ma purtroppo non ho potuto. E mi sono vergognata del mio essere donna in Italia. Non per i dati scoraggianti (che in fondo possono essere cambiati dalle nuove generazioni), ma perché ci sono troppe donne in Italia che non lo percepiscono neppure come un problema, e quindi non reagiscono. E finché fare la velina sarà un'ambizione nell'immaginario collettivo italiano, finché la donna accetterà il fatto di dover scegliere tra far carriera o fare la mamma (e quale mamma? Con il tasso di natalità che abbiamo? Vengo da una famiglia di 4 figli con mamma lavoratrice, a Milano), finché la donna in politica punterà sul fatto di essere donna invece che considerarlo una cosa normale e puntare sulle idee, le cose non cambieranno. A quando un'Italia meno provinciale? A quando un'Italia di cui non ci sia sempre il rischio di doversi vergognare all'estero? Saluti dal campus! Emilie Esposito, [email protected]
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