Politica e Canzonette, ma Pippo non lo sa... e altre

« Older   Newer »
  Share  
odalisca
view post Posted on 16/4/2005, 20:11




Pippo non lo sa
1940, G.Kramer-M.Panzeri-N.Rastelli



Il testo:



Ma Pippo, Pippo non lo sa
che quando passa ride tutta la città
e le sartine,
dalle vetrine,
gli fan mille mossettine.
Ma lui con grande serietà
saluta tutti, fa un inchino e se ne va,
si crede bello
come un Apollo
e saltella come un pollo.

Sopra il cappotto porta la giacca
e sopra il gilè la camicia.
Sopra le scarpe porta le calze,
non ha un botton e con le stringhe tien su i calzon.

Ma Pippo, Pippo non lo sa
e serio, serio se ne va per la città,
si crede bello
come un Apollo
e saltella come un pollo.

 
Top
odalisca
view post Posted on 16/4/2005, 20:23




L'autore di "Pippo non lo sa", Mario Panzeri, viene cosi ricordato dal figlio Giovanni:

“Mio padre sicuramente non era fascista. Ma avendolo conosciuto, mi è difficile immaginarlo impegnato a nascondere di proposito, nelle sue canzoni, allusioni antifasciste” e fu proprio con la tesi del sostanziale “candore” che Panzeri riuscì sempre a convincere i censori dell’epoca fascista.

La gente però riconobbe, o volle riconoscere, Achille Starace, segretario del Partito Nazionale Fascista, che amava passeggiare impettito in divisa in quel "Pippo", che gira per la città tutto azzimato e altezzoso vantandosi, senza sapere che tutti ridono di lui.


Edited by odalisca - 16/4/2005, 21:24
 
Top
odalisca
view post Posted on 16/4/2005, 20:37




user posted image

Achille Starace il mastino della rivoluzione. Instancabile, fanatico. L’uomo che identifica in se’ il volto dell’Italia in camicia nera: bellicosa, atletica, virile
Dell’immagine che diviene il fascismo lui ne cura la regia. Forse e’ il piu’ grande organizzatore di spettacoli pubblici del novecento. Le sue parate in via dell’Impero restano memorabili.

E’ l’ombra di Mussolini. La parte mancante. Il mentore.
Sa di essere l’uomo che realizza quello che il Duce non ha il coraggio di dire e fare. In piu’ vi aggiunge la sfrontatezza, il ritenersi nel giusto, sempre!

(...)

E’ pedante, retorico, tronfio, dogmatico. Nel testo vi si riconosce lo stile del ragioniere. E’ suo il progetto di creare l’italiano nuovo, irregimentato, fanatico, convintamente fascista.

Diventa l’uomo piu’ contestato, bistrattato, oggetto della satira popolare. E lui non smette di darne occasione, come quando interviene sul modo di festeggiare, o di creare gli addobbi per il Natale, insistendo che… il presepe e’ fascista, l’albero… no! perche’ e’ di importazione e borghese.

... sto fatto mi ricorda qualcosa dell'ultimo Natale Padano


(...)

Proverbiali rimangono i contenuti paradossali dei suoi Fogli di Disposizioni con i quali chiede la abolizione del pantalone a righe. E poi la campagna contro ‘la stretta di mano’ raggiunge parossismi ragionieristici! Deve essere sostituita con il saluto romano, braccio teso, ben in piedi, mano alzata a 170 gradi.

Assillante la campagna contro il ‘lei’ - ritenuto spagnolismo e borghese - a favore del fascistissimo ‘voi’, per il quale struttura tutta una serie di cavillose possibilita’ in cui debba essere sostituito con il ‘tu’.

E’ cosi’ pressante in questa propaganda che la rivista “Lei” deve cambiar nome e diventa “Annabella”.

Starace inventa ‘il ‘sabato fascista’.
Con la promulgazione della settimana di 40 ore, infatti ogni sabato e’ obbligatorio l’addestramento ginnico, militare e paramilitare.

L’Italia, per adulti e bambini diventa una grande caserma.


--------------------------------
Fonte e seguito dell'articolo: http://www.larchivio.org/xoom/starace.htm



 
Top
odalisca
view post Posted on 16/4/2005, 20:44




“Maramao perché sei morto” (1939 - Mario Panzeri)

Testo:


Quando tutto tace
e su nel ciel la luna appar,
col mio più dolce e caro miao,
chiamo Maramao.
Vedo tutti i mici
sopra i tetti a passeggiar,
ma pure loro senza te
sono tristi come me.
Maramao perché sei morto?
Pane e vin non ti mancava,
l'insalata era nell'orto,
e una casa avevi tu.

Le micine innamorate
fanno ancor per te le fusa,
ma la porta è sempre chiusa
e tu non rispondi più.
Maramao...Maramao...
fanno i mici in coro:
Maramao...Maramao...
mao, mao, mao, mao, mao...
Maramao perché sei morto?
Pane e vin non ti mancava,
l'insalata era nell'orto,
e una casa avevi tu.


Anche la nonnina
triste e sola al focolar,
seguita sempre a brontolar
e non vuol filar.
L'ultimo gomitolo
con cui giocavi tu
sul suo grembiule bianco e blu
non si muove proprio più.




 
Top
odalisca
view post Posted on 16/4/2005, 20:56





Panzeri è il principale autore di quel filone di “canzoni della fronda” che si prestavano a dileggiare il regime fascista.

Alla sua penna si deve anche “Maramao perché sei morto” (1939), composta dopo la morte del gerarca Costanzo Ciano: il titolo del brano fu scritto da alcuni studenti sul piedistallo del monumento che il governo aveva deciso di costruirgli a Livorno.
 
Top
odalisca
view post Posted on 16/4/2005, 21:04





Su questa canzonetta, Maramao, trovo molto curioso e interessante il brano che copio e incollo qui per intero dal sito :
www.galleriadellacanzone.it


Poca gente si sofferma a riflettere su quanta storia possa trovarsi in una canzone… E certamente, pochissimi sanno quanta ne racchiuda una canzone apparentemente frivola che si intitola 'Maramao perché sei morto'.
Tuttavia, questo allegro motivetto entra nella storia di tre secoli differenti.


Andando a ritroso, partiamo dal 1939, anno della morte di Costanzo Ciano, livornese, presidente della Camera dei Fasci e padre di Gian Galeazzo, ministro degli esteri e genero di Mussolini.
Poche settimane dopo la sua dipartita, venne pubblicata la canzone: un allegro foxtrot cantato da Maria Jottini con lo swingante sostegno del Trio Lescano, firmato da Mario Panzeri e Mario Consiglio (quest'ultimo, spietato esecutore di un altro simpatico animaletto: il 'Pinguino innamorato' suicidatosi in un pezzo firmato con Rastelli e Casiroli).


Il "caso" scoppiò quando a Livorno iniziarono i lavori per edificare un monumento a Ciano: nottetempo, alcuni studenti scrissero sul basamento i versi della canzone.

Il capo della censura, Criscuolo, convocò immediatamente Panzeri: le cosiddette "canzoni della fronda", sospette di insinuare l'antifascismo, erano da anni una spina nel fianco di un regime che conosceva bene il valore della propaganda e digeriva a fatica che si ridesse di un certo "Crapa pelada" (canzone di Gorni Kramer, 1936).
Tuttavia il compositore riuscì a dimostrare che la canzone era stata scritta prima della morte di Ciano.

Il fatto è che Panzeri non aveva ripescato una tiritera del tutto innocua.
La triste vicenda del gatto Maramao veniva narrata da secoli, e aveva già causato qualche problema, come annotava Vitaliano Brancati in "Ritorno alla censura" (Bompiani):
"La notte del 10 febbraio 1831 un povero storpio arrancava per le vie di Roma cantando: Maramao, perché sei morto? Pane e vin non ti mancava, l'insalata avevi all'orto… Subito venne arrestato, sotto l'imputazione di alludere al recente funerale del papa. Ma perché doveva alludere al papa? Quale riferimento poteva esserci fra l'insalata all'orto e i giardini vaticani? Queste domande, prima di noi, se le fece Gioacchino Belli, in uno dei sonetti rimasti inediti sino a pochi anni fa:

Sta in priggione: e perché? perché cantava
ier notte: "Maramao, perché sei morto?"
ebbè? si è morto er papa? e che c'entrava
de dì che cojonassi er su trasporto?
e che! tieneva l'insalata all'orto
er Santo-padre? E che! forse magnava
teste senza merollo: idee brislacche.
dunque puro a canta' ce vo' er consenso
de sti sciabbolonacci a tricchetracche!"


…A questo punto, le origini della canzoncina vanno ricercate nella tradizione.

Le possibilità sono due: si dice ad esempio che Maramao derivi da 'Mara maje', ovvero 'Amara me', utilizzato in un canto popolare abruzzese.
Si ipotizza altresì che il morto non sia un gatto, ma lo spirito del Carnevale: in alcune località, con la Quaresima gli veniva fatto il funerale con tanto di bara e corteo.

Ma forse l'ipotesi più suggestiva è quella che sovrappone la frase "Maramao perché sei morto" al celebre, Cinquecentesco "Maramaldo, tu uccidi un uomo morto!".
Fabrizio Maramaldo, condottiero napoletano, era schierato con i Medici contro l'esercito della Repubblica Fiorentina. Nel 1530, in occasione della battaglia di Gavinana, trafisse a morte un suo prigioniero, ferito e inerme: il capitano Francesco Ferrucci.
Motivo di tanta ferocia (e causa del sinonimo di vigliaccheria che accompagna ancor oggi il termine "maramaldo") era un precedente scontro a Volterra, durante il quale, oltre a uccidergli un araldo, Ferrucci prese a irridere il rivale dalle mura della città, storpiando il suo nome in "maramao" e facendo penzolare dei gatti dalle finestre, in modo che miagolassero…

Un'ulteriore versione della storia vuole che una volta liberatosi del nemico, Maramaldo sia tornato a Napoli a gozzovigliare e sia stato colto da morte improvvisa, suscitando di conseguenza il commento: "Avevi tutto, donne, cibo…Maramaldo, perché sei morto?"

 
Top
odalisca
view post Posted on 16/4/2005, 21:18





Paolo Villaggio

"Ricordo che i miei genitori uscivano senza cenare, andavano e ballavano e ballavano e ballavano. Una notte verso le 10 io e mio fratello siamo andati a spiarli nella balera dove andavano. Ricordo mio padre e mia madre che ballavano stretti. Vestiti di bianco, con la faccia contro la faccia - come erano belli... Stavano ballando 'Vieni, c'è una strada nel bosco…' Mia madre fa: dobbiamo andare - lui risponde 'Non ancora! Voglio ballare MARAMAO !"
 
Top
rino 53
view post Posted on 17/4/2005, 10:33




CITAZIONE (odalisca @ 16/4/2005, 21:11)
Pippo non lo sa
1940, G.Kramer-M.Panzeri-N.Rastelli



Il testo:



Ma Pippo, Pippo non lo sa
che quando passa ride tutta la città
e le sartine,
dalle vetrine,
gli fan mille mossettine.
Ma lui con grande serietà
saluta tutti, fa un inchino e se ne va,
si crede bello
come un Apollo
e saltella come un pollo.

Sopra il cappotto porta la giacca
e sopra il gilè la camicia.
Sopra le scarpe porta le calze,
non ha un botton e con le stringhe tien su i calzon.

Ma Pippo, Pippo non lo sa
e serio, serio se ne va per la città,
si crede bello
come un Apollo
e saltella come un pollo.



chissà perchè ma questa vecchia conzoncina pare ancora attuale;mi ricorda molto un tipo che l'estate scorsa passeggiava a PORTO ROTONDO vestito con una camicia bianca sbottonata sul davanti tipo macho;pantaloni bianchi (sembrava un gelataio)ed una bandana che faceva così furoreuser posted image
 
Top
odalisca
view post Posted on 17/4/2005, 22:08





Fu però “Il tamburo della Banda d’Affori” (1943), a far perdere le staffe al capo della censura Criscuolo, che aveva già convocato a palazzo Panzeri per “Maramao”
Combinazione il Tamburo comandava “550 pifferi” e... proprio 550 erano i consiglieri della Camera dei Fasci e delle Corporazioni – di conseguenza, il “Tamburo” che li comandava doveva essere Mussolini.
Panzeri garantì trattarsi di inaudita coincidenza, ma da quel momento tutti i parolieri furono costretti a sottoporre a preventiva approvazione i testi delle canzoni.


Il testo:

IL TAMBURO DELLA BANDA D'AFFORI
(Rastelli - Panzeri - Ravasini)

Arriva la banda, arriva la banda,
arriva la banda coi suonator,
coi suonator, coi suonator.
O Caterina, Caterina che batticuor,
o Caterina, Caterina che batticuor.
Il capobanda, il capobanda, il capobanda ha i bottoni d'or
sorride ognor
che rubacuor.
O Caterina il capobanda è il tuo grande amor,
o Caterina il capobanda è il tuo grande amor.
...Eccoli qua, son tutti qua
"Do re mi fa sol la si la..."
e coi baffoni a penzolon
giunge il tamburo come un tuon.

È lui, è lui,
si, si è proprio lui.

È il tamburo principal della banda d'Affori
che comanda cinquecentocinquanta pifferi
che passion, che emozion,
quando fa "Bom bom"
guarda qua mentre va
le oche fan "... Qua qua..."
Le ragazze nel vederlo diventan timide
lui confonde il Trovator con la Semiramide
"... Bella figlia dell'amor
schiavo son, schiavo son,
de' vezzi tuoi".

user posted image
 
Top
odalisca
view post Posted on 17/4/2005, 22:36




Negli anni '30, il regime fascista mette all'indice il jazz: certamente Mussolini, nel definirlo musica "negroide e americaneggiante" non sospetta che un giorno suo figlio Romano sarebbe diventato un rinomato jazzman.


Zucca Pelata - Crapa Pelada 1936, Kramer

Il Testo:

Il testo

Crapa Pelada la fà i turtei,
ghe ne dà minga ai sò fradei.
I sò fradei fan la fritada.
ghe ne dan minga a Crapa Pelada.
Oh! Oh! Oh! Oh!

Crapa Pelada la fà i turtei,
ghe ne dà minga ai sò fradei.
I sò fradei fan la fritada.
ghe ne dan minga a Crapa Pelada.
Oh! Oh! Oh! Oh!

Crapa Pelada la fà i turtei,
ghe ne dà minga ai sò fradei.
I sò fradei fan la fritada.
ghe ne dan minga a Crapa Pelada.
Oh! Oh! Oh! Oh!

Crapa Pelada la fà i turtei,
ghe ne dà minga ai sò fradei.
I sò fradei fan la fritada.
ghe ne dan minga a Crapa Pelada.
Oh! Oh! Oh! Oh!



....... user posted image

Edited by odalisca - 17/4/2005, 23:49
 
Top
odalisca
view post Posted on 17/4/2005, 22:40







Il brano ebbe qualche problema con la censura fascista.

Al di là della ritmica in odore di jazz ("musica afro-demo-pluto-giudo-masso-epilettoide"), la calvizie dello sbeffeggiato protagonista pareva proprio alludere alla "crapa pelata" più potente d'Italia, quella di Benito Mussolini. Forse la vicenda di spartizioni di tortelli e frittata era una metafora della spartizione di territori coloniali da parte delle potenze europee, e nascondeva quindi facezie sulla "vittoria mutilata" lamentata dal regime fascista?

'Crapa pelada' entrò a buon diritto nell'elenco di 'canzoni della fronda', brani che a prescindere dalla volontà degli autori venivano utilizzati per ironizzare sul granitico duce (vale per tutti l'esempio della innocente 'Un'ora sola ti vorrei', cui gli antifascisti facevano seguire la strofa: 'Per farti quello che non sai' rivolgendosi verso l'onnipresente ritratto del dittatore).

Lo stesso anno di 'Crapa pelada', per di più, Kramer scrisse con Mario Panzeri "Pippo non lo sa", altra canzoncina che secondo molti nascondeva riferimenti beffardi: nel tronfio Pippo molti identificavano Starace, gerarca di Cremona. Kramer e Panzeri entrarono quindi tra i 'sorvegliati speciali' della censura; il secondo, in particolare, fu convocato dalle autorità per 'Il tamburo della banda d'Affori'. Ma se per Panzeri c'era la possibilità di scrivere canzoni di diverso argomento, per Kramer era più dura rinunciare al jazz.

"Sono stato licenziato e riassunto dalla radio un'infinità di volte", ha raccontato Kramer; "ma io e i miei amici non potevamo farci niente: eravamo pazzi per il jazz".
 
Top
odalisca
view post Posted on 20/4/2005, 00:05




Anche la mitica e famosissima "Torna a Surriento" composta dai fratelli DE CURTIS e centenaria, visto che è stata pPubblicata nel 1904 ha una vicenda politica alle spalle.

Torna a Surriento era nata due anni prima con un testo differente. Nelle intenzioni si trattava di una semplice canzone d'occasione, composta in quattro e quattr'otto da Ernesto De Curtis sui versi scritti da suo fratello Giambattista con una finalità assai pratica: approfittare del passaggio a Sorrento dell'allora presidente del consiglio Giuseppe Zanardelli e convincerlo amabilmente a interessarsi di persona ai problemi di una città priva quasi di tutto, persino di un ufficio postale. Si fece appena a tempo e prima di rimettersi in viaggio il politico poté ascoltare le note di Torna a Surriento da un'orchestra allestita a tempo di record: la raccomandazione musicale funzionò, visto che quando la canzone uscì nella sua versione definitiva, i sorrentini avevano già dove poter imbucare la propria corrispondenza...







Fonte & Midi
 
Top
11 replies since 16/4/2005, 20:11   1056 views
  Share